GIOVANI NEET UE: “COMANDA” L’ITALIA… PURTROPPO
Secondo la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), elaborato dall’Istat, nel 2021 il 23,1% dei giovani italiani nella fascia d’età 15-29 non studia né lavora. Il dato, sebbene in calo rispetto al 2020, rimane superiore ai livelli precedenti alla pandemia (22,1% nel 2019), segnando così il primato della penisola rispetto agli altri paesi UE.
Dall’indagine è emerso che nel 2021 l’occupazione tra i 20 e i 64 anni è salita al 62,7% (+0,8 punti percentuale), rimanendo tuttavia al di sotto del 2019. Significativo è il caso dei settori culturale e creativo che hanno visto 55mila posti di lavoro persi in due anni. Su questo fronte cresce anche la precarietà dei contratti.
Per quanto riguarda invece l’indice di povertà assoluta secondo l’Istat sono 5,5 milioni le persone, perlopiù giovani e del Sud, che si trovano in questa condizione. Nemmeno la crescita del Pil del 6,6% è bastata per migliorare la situazione.
Gli italiani tra i 30-34 anni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 26,8%, ben al di sotto della media dei coetanei in Europa (41%). Il rapporto rileva anche che dal 2019 nel nostro Paese si è interrotto il costante aumento dei laureati.
Da segnalare anche una scarsa fiducia nella politica e nelle istituzioni, nonostante i leggeri miglioramenti che risalgono al periodo pre Covid.