LAVORO, A GENNAIO PREVISTE 504MILA ASSUNZIONI MA 208MILA SONO A TEMPO DETERMINATO
Nonostante il clima di incertezza legato a guerra e inflazione, il mercato del lavoro in Italia offre incoraggianti segnali di ripresa. Nel primo mese dell’anno le imprese ricercano 504mila lavoratori, per un totale di 1,3 milioni di ingressi previsti nel primo trimestre. Rispetto a gennaio 2022 ci sono 46mila assunzioni in più (+10,1%), che diventano quasi 149mila in più se consideriamo il trimestre gennaio-marzo 2022 (+12,9%). La domanda di lavoro prevista supera anche i livelli pre-Covid (+14,9% rispetto a gennaio 2019).
A guidare la richiesta il settore del manifatturiero con un incremento su base annua del 17,8% (+19mila assunzioni). Seguono turismo (+10mila unità; +21%), servizi operativi di supporto a imprese e persone (+7mila; +17,7%) e servizi alle persone (+7mila; +12,9%).
Nel quadro, delineato da Unioncamere-Anpal attraverso il sistema informativo Excelsior, è emersa anche una nuova crescita delle difficoltà di reperimento del personale, passata dal 38,6% dello scorso anno al 45,6% di gennaio 2023 (circa 230mila assunzioni). La mancanza di candidati è la motivazione più indicata dalle imprese (27,8%), seguita dalla preparazione inadeguata (13,5%).
Tra le professioni più difficili da reperire troviamo: dirigenti (66,1%), operai specializzati (61,9%), tecnici (51,6%), conduttori di impianti (49%), professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%), professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41%).
A livello geografico, la domanda di lavoro nel nuovo anno è maggiore nel Nord-Ovest e nel Nord-Est della penisola (rispettivamente oltre 171mila e circa 123mila assunzioni previste) ma anche Sud e Centro mostrano segnali positivi (rispettivamente oltre 109mila e circa 101mila ingressi).
Guardando alle fasce di età, sono 153mila le assunzioni rivolte preferenzialmente agli under 30. Circa il 20% sono rivolte ai laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila).
Infine, per quanto riguarda la tipologia di contratti, quello a termine resta il maggiormente utilizzato (208mila unità; 41,3% del totale) mentre un ingresso su 4 (24,3%) è a tempo indeterminato.