IL LAVORO E IL RUOLO DEL CONSULENTE: INTERVISTA AL PRESIDENTE DE LUCA
Pubblichiamo qui di seguito una parte della lunga intervista al Presidente dell’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, realizzata pochi giorni prima
del Festival del Lavoro della settimana scorsa e pubblicata interamente sull’ultimo numero dell’edizione cartacea della nostra rivista Lavoro e Crescita.
Fin dal primo momento in cui si è insediato alla guida dell’Ordine Nazionale ha predicato come un mantra la necessità di dover investire su formazione e sviluppo di nuove competenze indicandole come l’unica strada da battere per arginare il mismatch e creare i presupposti necessari affinché le imprese reperiscano i profili specializzati di cui necessitano. Ci spieghi il concetto…
“Ritengo che la formazione continua e lo sviluppo di nuove competenze siano le direttrici da seguire per restare al passo con l’evoluzione del mondo occupazionale. Il vero motivo per cui il mismatch tra domanda e offerta rappresenta ancora uno scoglio da arginare è perché mancano quei profili specializzati e altamente qualificati ricercati dalle aziende. E, inoltre, il mondo della formazione scolastica e accademica e quello del lavoro viaggiano purtroppo su due binari distinti e separati. La scarsa offerta di formazione tecnica rischia di rimandare ancora per molto tempo l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Ecco perché, a mio avviso, gli investimenti sulle competenze STEM, che oggi rappresentano un biglietto da visita importante per i giovani, assumono priorità insieme al rilancio di quegli strumenti che incentivano l’integrazione delle esperienze lavorative come tirocini e apprendistato. Alla luce del salto culturale che stiamo vivendo, lavoratori, professionisti e imprenditori sono chiamati a
riconvertire le loro abilità professionali per non lasciarsi travolgere dagli eventi”.
Quali strategie avete messo in campo in questi anni per rispondere ai bisogni di imprese e lavoratori? E quali impiegherete in futuro?
“Durante la pandemia, abbiamo assistito quasi 7 milioni di lavoratori e 1 milione e mezzo di imprese, ottemperando senza sosta a scadenze e adempimenti degli ammortizzatori sociali emergenziali. Concluso questo periodo, il nostro motto è stato ripartire, consapevoli di come il mondo del lavoro fosse profondamente mutato e di come anche noi professionisti fossimo cambiati. La fine del periodo pandemico, infatti, ha messo in luce una grande necessità: quella di adeguare la società, il lavoro e le competenze ai nuovi modelli produttivi e organizzativi della vita aziendale, figli dell’innovazione tecnologica. Per noi Consulenti del Lavoro è diventato sempre più importante adeguare il bagaglio esperienziale alle esigenze rinnovate del mercato e accogliere le sfide occupazionali del futuro, compresa quella dell’intelligenza artificiale. Ferme restando le numerose funzioni acquisite negli anni, il nostro obiettivo resterà sempre quello di specializzarci in nuove competenze, fare rete e avanzare nuove proposte
per una gestione ancora migliore delle dinamiche giuslavoristiche e fiscali del Paese… senza tralasciare la vocazione sociale che anima da sempre il nostro operato e la realizzazione di buone prassi normative che abbiano al centro inclusività, etica, legalità e sicurezza”.
Quest’anno ha segnato l’effettiva operatività dell’Assegno di Inclusione, la nuova misura di contrasto all’esclusione sociale introdotta dal D.L. n. 48/2023. Come valuta questo intervento?
“Ha sancito senza dubbio il definitivo rilancio del sistema delle politiche attive, insieme al Supporto per la Formazione e il Lavoro, attuando inoltre una vera e propria rivoluzione occupazionale nel nostro Paese. La strategia alla base dell’Assegno di Inclusione, in particolare, trova la sua essenza nel principio di inclusione delle fasce più fragili del mercato attraverso percorsi di formazione e riqualificazione personalizzati. Chi ancora si trova ai confini del sistema lavoro oggi ha la possibilità concreta di trovare un’occupazione e riscattarsi dalla propria condizione di emarginazione. Questo grazie alla nuova piattaforma SIISL, che non solo raggruppa migliaia di offerte e annunci ma favorisce l’interazione tra soggetti pubblici e privati. Il sostegno, inoltre, può essere percepito anche dalle donne vittime di violenza: un aiuto più che valido ai fini della loro indipendenza economica. Infine, è doveroso rimarcare come l’Assegno di Inclusione abbia determinato la fuoriuscita dal ‘nero’ di tanti
lavoratori che prima percepivano il Reddito di cittadinanza: una conseguenza diretta dell’aumento dei controlli, ma anche della concentrazione delle risorse solo su chi possiede effettivamente i requisiti per poter accedere alla misura”.
Siete promotori da sempre di numerosi incontri di orientamento alla legalità, all’etica e alla sicurezza nelle scuole. Ci sono presupposti concreti affinché la sicurezza sui luoghi di lavoro diventi materia d’insegnamento nei plessi scolastici?
“I presupposti ci sono, perché diverse sono le iniziative intraprese negli ultimi mesi che stimolano la divulgazione di una cultura della sicurezza anche tra i giovani. Il 6 marzo scorso è stato approvato in prima lettura alla Camera un disegno di legge che introduce l’insegnamento nelle scuole della sicurezza sui luoghi di lavoro. Inoltre, il Ministero del Lavoro ha avviato un concorso nazionale rivolto a tutti gli istituti scolastici di secondo grado per permettere agli studenti di misurarsi con il tema della sicurezza e, dunque, formarsi e informarsi affinché siano consapevoli delle sfide future del mercato, dei loro diritti e doveri. Per far conoscere ai giovani le reali esigenze delle imprese e orientarli ai valori della legalità e della sicurezza, la Fondazione Consulenti per il Lavoro – l’Agenzia per il lavoro del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro – ha organizzato un tour itinerante di 19 tappe. Con questa iniziativa, i ragazzi potranno avere la possibilità di individuare
i propri punti di forza e l’ambito lavorativo in cui spendere al meglio le proprie competenze. Senza dimenticare i principi alla base del vivere civile, che costituiscono le fondamenta di un sistema lavoro sano che sono la sicurezza e la legalità. E’ fondamentale che la classe dirigente, imprenditoriale e lavorativa del domani sia consapevole dei propri diritti e, al contempo, dei propri doveri”.