OCCUPAZIONE 2022: L’ITALIA TORNA AI LIVELLI PRE-COVID… MA SOLO GRAZIE AI CONTRATTI A TERMINE
Secondo i dati dell’Eurostat nel 2021 il tasso di occupazione medio in UE è arrivato al 68,4% (in rialzo rispetto al 68,1% del 2019) mentre l’Italia, col 58,2%, resta indietro di 0,8 punti dal 2019, registrando così il tasso più basso dei 27 paesi facenti parte dell’Unione, dopo la Grecia.
A soffrire di più nel nostro Paese è l’occupazione femminile: con un tasso del 49,4% nel 2021 è sotto di 14 punti percentuali rispetto a quello medio UE (63,4%); si allarga quindi la forbice rispetto ai 12,7 punti del 2019 e ai 13,6 del 2020. Anche in questo caso si posiziona al penultimo posto dopo la Grecia (48,2%).
Un segnale di spiraglio arriva dall’Istat che a marzo 2022 ha registrato un tasso di occupazione del 59,9% (record dal 2004) e di disoccupazione dell’8,3% (sceso ai livelli del 2010). L’Istituto segnala che la crescita di 804mila occupati a marzo 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, è trainata dai contratti a termine (+ 430mila) che hanno raggiunto il valore più alto dal 1977 (3.150.000), seguono i contratti permanenti (+ 312mila) e quelli autonomi (+ 62mila). Diminuisce invece il numero di persone in cerca di lavoro (- 412mila) e quello degli inattivi (- 747mila).