PIL: SECONDO IL MEF SI PUÒ RAGGIUNGERE IL 3,1%
Le previsioni sul quadro del Pil italiano continuano a cambiare. A inizio anno l’Istat aveva stimato una crescita del 4,1% nel 2022 che è, a causa del nuovo scenario determinato dal conflitto russo-ucraino, drasticamente calata al 2,4% nei pronostici di marzo. Sono state però le previsioni che il Mef ha effettuato in questi ultimi giorni a dirci che il livello di crescita potrebbe riattestarsi al 3,1% stimato col Def di aprile.
La spinta maggiore viene dal settore dei servizi col turismo al primo posto, grazie soprattutto all’eliminazione quasi totale delle restrizioni anti-Covid. Anche il comparto delle costruzioni è particolarmente dinamico, tanto da cavalcare i livelli più elevati dell’ultimo decennio.
Ma non sono solo i servizi ad influire sulla situazione. Inflazione e guerra stanno raffreddando la percezione dei consumatori sulla propria condizione economica, ma allo stesso tempo è cresciuto, sia a maggio che a giugno, il clima di fiducia delle imprese italiane.
Nonostante l’ottimismo dei dati, il contesto economico e geopolitico è “estremamente sfidante”, come lo ha definito il Ministero, e rischia di diventarlo ancora di più nella seconda parte dell’anno quando le incognite saranno varie.
Tra le principali, la prima riguarda l’inflazione ed è collegata alla variabile dell’importazione del gas russo, anche se le strategie di diversificazione delle fonti stanno cominciando a tradursi in numeri significativi come il taglio del 28%, nei primi 4 mesi dell’anno, agli afflussi di gas russo dalla porta di Tarvisio.
L’altra incognita è quella dei tassi. A giugno le emissioni del Tesoro hanno raggiunto la metà del programma annuale, che per il secondo semestre prevede emissioni lorde per circa 150 miliardi, 145 dei quali dedicati al rifinanziamento di titoli in scadenza, con un costo all’emissione salito allo 0,7% dai minimi storici dello 0,1%, registrati nel 2021.